Capello vs Conte, il popolo bianconero si divide

capelloconte
Se qualche regola di tipo etico esiste ancora nel calcio, di sicuro vi rientra quella di non giudicare e criticare il lavoro dei colleghi: i calciatori non giudicano gli altri calciatori, i portieri non giudicano gli altri portieri, i presidenti non giudicano gli altri presidenti e così via. E lo stesso vale per gli allenatori. Poi qualche eccezione capita, a volte un “io” troppo smisurato porta ad auto-esaltarsi in maniera poco modesta ma di solito la cosa non piace affatto all’opinione pubblica. La querelle tra Capello e Conte nasce così, con l’attuale tecnico della Juventus che non ha per niente gradito certe dichiarazioni dell’ex-bianconero: prima la critica per la cancellazione del giorno di riposo dopo la partita di Verona con quel “Io non ho mai dato castighi” e poi con le pesanti invettive verso la Serie A e il calcio italiano che l’allenatore salentino ha interpretato come un voler sminuire le sue vittorie degli ultimi due anni. Continua a leggere

Quagliarella, da prima alternativa a sesta scelta con la valigia in mano


In casa Juve è scoppiato il caso-Quagliarella: l’attaccante di Castellammare di Stabia sembra proprio non rientrare più nei piani di Antonio Conte e l’esclusione dalla lista Uefa ha innescato la bomba. In realtà fino a poche settimane fa la situazione sembrava l’opposta, con Vucinic che saluta i compagni a Vinovo e si dirige verso Milano per le visite mediche e il numero 27 che scala le gerarchie, diventando la prima alternativa alla coppia Tevez-Llorente. Poi l’affare che avrebbe portato il montenegrino all’Inter salta e a Torino arriva anche Osvaldo, la Juve si ritrova quindi con sei attaccanti in rosa che sarebbero troppi anche per tre competizioni figuriamoci senza la Coppa Italia. Continua a leggere

Coppa Italia, si inizia a fare sul serio

 

coppa-italia8

Juventus e Roma per la “stella d’argento”, Lazio e Milan per un posto in Europa, Napoli e Fiorentina per mettere un trofeo in bacheca, Udinese e Siena per un miracolo. Le otto formazioni arrivate ai Quarti di finale di Coppa Italia hanno tutte motivazioni e stimoli diversi ma l’obiettivo finale è il solito: alzare la coppa nazionale il 3 maggio sotto il cielo della capitale.

Da tanti anni purtroppo, a differenza di quanto avviene negli altri Paesi europei per i rispettivi trofei nazionali, alla Coppa Italia viene data pochissima importanza sia dal punto di vista del prestigio, sia da quello economico e sia da quello mediatico. Continua a leggere

Juventus e Napoli, l’Europa League potrebbe rivelarsi un vero affare


Il primo pensiero per un tifoso che vede la propria squadra uscire dalla Champions League non è mai legato all’aspetto economico, quello lo sarà sicuramente per dirigenti e amministratori, ma di solito circola intorno a sentimenti come delusione, rabbia, frustrazione, e sul perché si è stati eliminati. Poi però, con il passare delle ore per alcuni, di qualche giorno per altri, anche il discorso cassa assume la giusta importanza che in effetti ha, perché meno soldi significa molto crudamente meno possibilità di spesa in sede di calciomercato. E al tifoso questo interessa eccome. Le cifre che circolano e che spesso leggiamo o sentiamo in TV sono sempre diverse, a volte lontanissime tra loro e con tanti zeri da far disperare i supporter più accaniti. Proviamo, attraverso fonti quali il sito della UEFA e le cifre relative al “market pool” (che spiegheremo più avanti), di venirne a capo una volta per tutte, non senza sorprese. Continua a leggere

Primi verdetti Champions League: il punto sulle italiane e la situazione nei gironi

Champions-League_juve_milan_napoli

 

Questa è la settimana dei primi verdetti della Champions League 2013/2014: tra martedì e mercoledì infatti si chiude la fase a gironi, che vedrà passare agli ottavi di finale le prime due di ogni gruppo, scendere in Europa League la terza e andare a casa l’ultima classificata. Qualificarsi significa ovviamente muoversi verso il trofeo finale, ma anche (per qualcuno soprattutto) mettere in cassa i milioni di premio previsti dalla UEFA. In alcuni gironi sono già arrivate sentenze definitive, in molti altri è ancora tutto in bilico e per qualcuno serve un vero miracolo. Analizziamo la situazione partendo dai club italiani impegnati. Continua a leggere

Caro Tosel ti scrivo… ma tu non sei mai stato bambino?

Quella che doveva essere una piccola seppur significativa svolta, o quantomeno un importante gesto, per l’annosa e problematica situazione delle curve chiuse e della discriminazione negli stadi, si è rivelata l’ennesima occasione sprecata nonché tremenda figuraccia per il calcio italiano. Ma non per gli oltre 12.000 ragazzini che, nell’innocente voglia di emulare i grandi, si sono spinti fino a una parolaccia per il malcapitato portiere avversario di turno, ma per l’enorme eco che questo fatto ha avuto, sospinto dal solito finto perbenismo del nostro Paese conclusosi con la sanzione del giudice sportivo Gianpaolo Tosel, vera ciliegina sulla torta.

Mentre tutto il calcio italiano e non solo, dal numero uno della FIGC Giancarlo Abete al presidente del CONI Giovanni Malagò, passando per il ct Cesare Prandelli fino ad arrivare addirittura al presidente della FIFA Joseph Blatter (tanto per fare qualche nome), si rallegrava e complimentava per l’iniziativa, c’era qualcuno che, come nella peggiore delle fiabe, voleva rovinare la festa ai tantissimi bambini arrivati da tutto il Piemonte per vedere da vicino i loro beniamini. E pensare che tutto era andato liscio come l’olio: la risposta in termini numerici era stata enorme, gli striscioni e i disegni contro il razzismo coloravano lo Stadium, l’immagine stessa di due curve riempite di under 14 ci regalava una foto genuina e fresca. Il vociare stesso, per chi la partita la guardava alla tv, risultava strampalato e inconsueto, tanto era diverso da ciò che ascoltiamo uscire dalle bocche degli ultras. Poi, al primo rinvio del portiere dell’Udinese Zeljko Brkic, scoppia la “bomba”. Non stiamo qui a raccontare per l’ennesima volta cosa è accaduto dopo, lo sappiamo tutti. Vorremmo invece provare a capire cosa ha spinto Tosel a interessarsi e addirittura a prendere provvedimenti per l’accaduto.

Se fosse possibile vorremmo chiedergli, in una sorta di lettera aperta, alcune cose. Vorremmo chiedere ad esempio perché ha deciso di sanzionare l’ormai noto “m…a” al rinvio dal fondo del portiere avversario solo e soltanto in questo caso, quando ciò avviene ogni domenica sia allo stesso Juventus Stadium che in altri stadi italiani. Non se ne sono mai accorti? Impossibile. Si sta applicando una nuova norma? Non ci risulta. Non si è mai ritenuto, a ragione, grave e meritevole di sanzione? Molto più probabile. Forse Tosel si è improvvisamente riscoperto appassionato di pedagogia e vuole catechizzare questi pargoli così discoli.

Vorremmo chiedergli se le scene di guerriglia urbana accadute a Bergamo prima e dopo Atalanta-Roma lo abbiano preoccupato e impegnato talmente poco da sentirsi in dovere di interessarsi con tale solerzia a ciò che avveniva nello stadio torinese. Magari pure i 900 tra forze dell’ordine e stewards, con tanto di mezzi blindati ed elicottero, se lo stanno chiedendo. Una tensione annunciata che però non ha impedito la chiusura del settore ospite e il divieto per la trasferta.

Vorremmo chiedergli se considera equo e giusto multare di 5.000 euro la società Juventus perchè i bambini in curva gridano “pupù” e comminare la stessa cifra per le società Atalanta e Roma per i fatti di cui sopra. Messa così sembra proprio che una parolaccia valga tanto quanto cariche, violenza, fumogeni, bombe carta, feriti.

Vorremmo chiedergli se è vero che dire “m…a” su un campo di calcio merita condanna, perché non è stato preso alcun provvedimento nei confronti (niente di personale, ci mancherebbe) di Nicolas Spolli e Goran Pandev. Il difensore catanese ha usato quella parola verso Mario Balotelli caricandoci anche un bel “negro di” davanti (aggravante razzista?); l’attaccante partenopeo vi ha invece anteposto “bastardo di” nella sua dedica a Claudio Lotito. Eppure i labiali ci aiutano eccome.

Vorremmo chiedergli infine se ha mai passato dieci minuti in compagnia di qualche birbante giovincello delle Scuole Medie, presumiamo di no altrimenti capirebbe che “merda” (ma sì scriviamola per intero e chi ci squalifichi pure) è la parolaccia meno volgare del loro lessico. Da sempre. Anche di quando Tosel era una piccola canaglia dodicenne.

Coppa Italia, ecco gli accoppiamenti: dal 9 gennaio entrano le big

Tra martedì 3 e giovedì 5 dicembre scenderanno in campo ben sedici squadre per il quarto turno a gara unica di Coppa Italia dove, tra molte squadre di serie B e società poco blasonate, spicca il nome dell’Inter che, per quanto riguarda il trofeo nazionale, è già alla seconda apparizione, a causa del pessimo piazzamento in campionato della stagione passata. I nerazzurri sono chiamati a un impegno sulla carta molto semplice contro il Trapani a San Siro (mercoledì 4 ore 21), mentre gli unici incontri tra club entrambi di Serie A saranno Atalanta-Sassuolo (mercoledì 4 ore 19) e Sampdoria-Verona (giovedì 5 ore 21). Le altre sfide sono Spezia-Pescara (martedì 3 ore 15), entrambi reduci da vittorie in campionato; Avellino-Frosinone (martedì 3 ore 17), con i laziali unica formazione di Lega Pro arrivata a questo punto della competizione; Bologna-Siena (martedì 3 ore 19), in cerca di riscatto da una posizione in classifica al di sotto delle aspettative; Parma-Varese a chiusura del lungo martedì di Coppa (ore 21) e infine Chievo-Reggina (mercoledì 4 ore 17), in una sfida tra formazioni che navigano in zona retrocessione nei rispettivi campionati.

Tutte le big, a parte l’Inter sopracitata, le vedremo a partire dagli ottavi di finale in programma giovedì 9 gennaio: il criterio è sempre lo stesso, il piazzamento finale in campionato nella stagione precedente, e che per tanto quest’anno vede tra le teste di serie Juventus, Napoli, Milan, Fiorentina, Udinese, Roma, Lazio e Catania. Le formazioni di “prima fascia” avranno inoltre il vantaggio di giocarsi l’accesso ai quarti in casa, essendo anche questo turno a gara unica. In caso di parità al 90′ quindi, supplementari e eventualmente rigori.

Questi gli accoppiamenti degli ottavi di finale di Coppa Italia:
Juventus – vincente Avellino/Frosinone
Napoli – vincente Atalanta/Sassuolo
Milan – vincente Spezia/Pescara
Fiorentina – vincente Chievo/Reggina
Udinese – vincente Inter/Trapani
Roma – vincente Sampdoria/Verona
Lazio – vincente Parma/Varese
Catania – vincente Bologna/Siena

I successivi quarti di finale, anch’essi a gara unica, si disputeranno il 22 gennaio mentre le semifinali saranno divise tra l’andata del 5 febbraio e il ritorno in data 12 febbraio. La finalissima è in programma allo stadio Olimpico di Roma sabato 3 maggio (con data di riserva mercoledì 7 maggio).

L’ultima edizione di questo torneo, nato nel 1922 (interrotto poi fino al 1935 e anche dal 1943 al 1958) ha visto trionfare la Lazio in uno storico derby contro la Roma proprio nello stadio della capitale, grazie ad un gol di Lulic al 71′, che ha portato nella bacheca bianco-celeste la sesta Coppa Italia della sua storia. Le società ad averne di più sono Juventus e Roma, entrambe a quota 9, che in caso di “decima” potranno fregiarsi di una stella d’argento sulla maglia, un po’ come avviene per quelle dorate ogni dieci scudetti.

Esclusi eccellenti, non solo Ibra fuori da Brasile 2014

Bale, Lewandowski, Cech e Ibrahimovic

Fin dal primo istante in cui l’accoppiamento dei playoff ha messo davanti Portogallo e Svezia, tutti abbiamo realizzato che un crack  tra Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic non avrebbe preso parte al Mondiale brasiliano. Alla fine è toccato allo svedese disdire il volo ed è certamente un peccato, perché nella competizione più importante dello sport più bello del mondo, vorremmo sempre vedere tutti gli interpreti migliori. Poi ovviamente, nonostante lo stesso Ibra pensi il contrario, il Mondiale sarà comunque grandioso e lo seguiremo eccome. Ma tra le nazionali che non sono riuscite a qualificarsi scopriamo che di eccellenti esclusi ce ne sono molti, insomma il bomber del PSG non sarà l’unico big a guardare gli altri dal divano.

Tra gli europei spiccano nomi davvero altisonanti, a cominciare da “Mr. 100 milioni” Gareth Bale che, insieme al connazionale e stellina dell’Arsenal Aaron Ramsey, non è riuscito a portare il suo Galles in sudamerica. Il girone di qualificazione non era dei più difficili ma la rivelazione Belgio e la più concreta Croazia si sono dimostrate superiori. Nello stesso gruppo è rimasta fuori anche la Serbia, nonostante una super linea difensiva composta da Branislav Ivanovic del Chelsea, Neven Subotic del Borussia Dortmund, Nemanja Vidic del Manchester United e Aleksandar Kolarov del City. Nel girone vinto dall’Italia non staccano il pass il portierone del Chelsea e della Repubblica Ceca Petr Cech, il trequartista armeno del Borussia Dortmund Henrikh Mkhitaryan e il gioiellino danese del Tottenham Christian Eriksen.

Insieme alla Svezia del sopracitato Ibrahimovic, nel gruppo C dominato dalla Germania resta a casa anche il terzino sinistro del triplete baverese David Alaba, onestamente troppo solo nella sua modesta nazionale austriaca. Nel girone D invece i fenomeni veri sono tutti nell’Olanda che ha stradominato le avversarie, indietro anni-luce rispetto agli orange. Stesso discorso vale per i gruppi F e I dove solo le qualificate Russia, Portogallo, Spagna e Francia portano top player in campo. Il girone E si è rivelato il più avaro di emozioni e talenti, basti pensare che ad ammazzare la classifica è stata la Svizzera, non proprio una corazzata. Volendo sforzarci qualche nome più o meno noto lo troviamo nella eliminata Slovenia di Samir Handanovic, numero uno dell’Inter, e della promessa non ancora sbocciata Tim Matavz, punta del PSV di Eindhoven.

Bosnia-Erzegovina e Grecia hanno impedito la partecipazione al Mondiale a Marek Hamsik, oro di Napoli in mezzo però a troppa bigiotteria nella sua Slovacchia. Il gruppo H, vinto dall’Inghilterra e con protagonista anche l’Ucraina uscita poi ai playoff a favore della Francia, ha visto l’eliminazione di una interessante Polonia con assi del calibro di Robert Lewandowski, Jakub Blaszczvkowski e Lukasz Piszczek (tutti titolari del Borussia Dortmund vice-campione d’Europa) nonché del portiere dell’Arsenal Wojciech Szczesny. Stesso girone anche per Stevan Jovetic e Mirko Vucinic, esclusi con il loro Montenegro.

Nelle qualificazioni sudamericane i fenomeni sono entrati tutti, nessuna grossa delusione quindi per il mancato approdo di Venezuela, Perù, Bolivia e Paraguay. Perdono l’ultima occasione di partecipare a un campionato del mondo il 35enne Claudio Pizarro, peruviano del Bayern Monaco, e i veterani paraguayani Oscar Cardozo (Benfica) e Roque Santa Cruz (Malaga). Anche per l’Africa i nomi importanti sono entrati tutti, nessuno si rammaricherà per le assenze di Etiopia, Burkina Faso e Somalia. Per la CONCAF (Nord e Centro America) e per la Confederazione Asiatica è già difficile trovare singoli fuori dall’ordinario nelle nazionali qualificate, figuriamoci nelle eliminate.

Certo che volendo unire tutti gli esclusi eccellenti verrebbe fuori uno squadrone, che magari arriverebbe anche in finale.

Brasile 2014, ecco le 32 partecipanti…e i rischi azzurri al sorteggio

mondiali brasile

Il Mondiale brasiliano della prossima estate prende forma: con i risultati delle gare di ritorno dei playoff, si delinea il tabellone delle 32 qualificate per il ventesimo campionato mondiale di calcio. In realtà all’appello manca ancora una tra Uruguay e Giordania, il ritorno è in programma stasera, ma visto il risultato dell’andata (5-0 per Cavani & co.) e il dislivello tra le formazioni, ci prendiamo il rischio di inserire già la celeste tra le partecipanti.

Con molte nazionali già con un piede e mezzo in Brasile dopo la partita di andata, tutte le attenzioni erano rivolte a Francia-Ukraina e Svezia-Portogallo. Continua a leggere

Real Madrid-Juventus e la standing ovation per Del Piero

real juve del piero

Serata di grandi emozioni per la Juventus, alle 20:45 inizierà la sfida con il Real Madrid al Santiago Bernabeu e lungo la schiena dei tifosi bianconeri non può che passare qualche brivido. Conte sfida la solita corazzata multimilionaria dei blancos, infarcita di superstar e allenata da quel diavolo di Ancelotti, all’indomani della sconfitta-shock di Firenze e con una qualificazione agli ottavi più che traballante: gli ingredienti per una serata thriller (ci auguriamo non horror) ci sono tutti. Ma cosa succederà stasera non possiamo saperlo, di sicuro però, nella testa dei supporters della Vecchi Signora, ronzano immagini e ricordi delle passate sfide tra Real e Juve, da quelle più datate agli scontri più recenti.

Proviamo a ricordare allora i precedenti tra le due formazioni, tutti avvenuti in Champions League (o Coppa dei Campioni), a cominciare dalla “prima”, che in pochi ricorderanno, del 1962 Continua a leggere

L’Italia non sarà testa di serie

sorteggio_fifa_mondiale

 

Dovevamo solo aspettare alcuni risultati della notte arrivare dal Sud America, ma era già abbastanza chiaro che il pareggio con l’Armenia (seguito all’altro contro la Danimarca) non ci avrebbe permesso di arrivare a Brasile 2014 come testa di serie: ora è ufficiale. Per la prima volta dal 1978 la Nazionale non si presenterà a un Mondiale in prima fascia, fatto che sembra ancor più strano dato che la matematica qualificazione per il torneo era arrivata con due turni d’anticipo.

Fatali per gli azzurri i 2-2 arrivati negli ultimi due turni, sia contro i danesi venerdì che contro i modesti armeni ieri sera a Napoli, risultati che ci appaiano all’Olanda e ci mettono davanti Colombia e, molto probabilmente, anche l’Uruguay, Continua a leggere

Perchè Totti non deve giocare il Mondiale

totti-nazionale

Con la seconda sosta stagionale del campionato e con la Nazionale già qualificata per Brasile 2014, l’argomento più interessante e chiacchierato del momento sembra essere la convocazione (o meno) di Francesco Totti proprio per il Mondiale dell’anno prossimo. La Roma sta sorprendendo tutti con questo avvio strepitoso e il suo capitano ne è sicuramente uno dei protagonisti principali, aggiungiamoci la doppietta a San Siro di sabato sera e il caso della settimana è servito: il 10 giallorosso deve andare al Mondiale. Il ct Cesare Prandelli ha già dato il suo benestare, con la sola riserva di valutare a maggio la condizione fisica e atletica del Pupone.

Proviamo invece a capire perché Francesco Totti, pur riconoscendogli numeri e qualità, non meriti di far parte della spedizione azzurra in Brasile. Innanzitutto Continua a leggere